MOBILIZZAZIONE E RUOLO OSS

L’operatore socio sanitario, come indicato negli allegati A e B dell’accordo Stato Regioni del febbraio 2001, ha un ruolo fondamentale nella mobilizzazione del paziente; tra le sue competenze ci sono infatti l’assistenza alla persona nelle attività di vita quotidiana, in particolare se non autosufficiente o allettata, e la collaborazione alla riattivazione, rieducazione e recupero funzionale oltre che al mantenimento delle sue capacità psico – fisiche residue. La mobilizzazione del paziente ha lo scopo di prevenire le lesioni da pressione, l’osteoporosi, i danni muscolo – tendinei, favorisce il mantenimento della capacità di camminare e previene la sindrome da immobilizzazione. Anche dal punto di vista psicologico, mobilizzare un paziente, specie se allettato per lunghi periodi, lo aiuta a recuperare il contatto con l’ambiente circostante e ad aumentare l’autostima. Un atteggiamento positivo nei confronti della vita aiuta le difese immunitarie, il recupero funzionale e aiuta ad uscire dallo stato di malattia, dove ciò sia possibile. Tutti i pazienti vanno mobilizzati, compatibilmente con il loro stato di salute, sempre che non ci siano controindicazioni. L’operatore socio sanitario deve comunque agire sempre seguendo le indicazioni del fisiatra, del fisioterapista e dell’infermiere che elaborano un piano di mobilizzazione valido per il singolo paziente. Nel caso il paziente allettato sia impossibilitato alla mobilizzazione attiva, l’oss provvede ad eseguire dei cambi posturali, innanzitutto per poter prevenire la formazione di lesioni da pressione e laddove ci siano già, favorirne e facilitarne la guarigione. La mobilizzazione di un paziente non autosufficiente va eseguita da almeno due operatori e se necessario, va utilizzato il sollevatore, perché la sicurezza sia del paziente che dell’operatore è fondamentale. Il paziente va stimolato a muoversi in autonomia, sempre con riguardo al suo stato di salute, ogni volta che ce ne sia la possibilità, ad esempio durante il cambio del presidio assorbente, durante la vestizione e/o svestizione, durante i pasti, cioè in tutte quelle situazioni dove un minimo di collaborazione è importante e necessaria. È chiaro quindi come l’oss sia importante per quanto riguarda la mobilizzazione del paziente; ricordiamo inoltre che dobbiamo avvicinarci al paziente sempre con rispetto, con empatia, comunicando con il linguaggio verbale e non verbale, cercando di comprendere il suo disagio e di facilitarlo il più possibile per quanto riguarda e manovre di mobilizzazione. Se usiamo empatie, comprensione e rispetto tutto il nostro lavoro sarà più semplice.


FILIPPO ORALI

Fermarsi significa retrocedere.

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