EMORRAGIA E MOLTO ALTRO
L’Operatore socio sanitario nell’ambito dell’assistenza alla persona deve essere a conoscenza delle fasi che riguardano alcuni elementi di primo soccorso, al fine di mettere in atto specifiche manovre per prestare aiuto nelle situazioni di emergenza, in caso di traumi fisici o malattie improvvise in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
Un caso esplicito si presenta nel paziente con un’emorragia, che è la fuoriuscita di sangue dal circolo arterioso o venoso. Se è di tipo arterioso il sangue, di colore rosso brillante, esce dal corpo abbondantemente e ad intermittenza, in concomitanza con i battiti cardiaci, mentre un’emorragia di tipo venoso si presenta in modo meno copioso, è di colore rosso scuro ed è caratterizzata da un flusso continuo.
L’operatore deve sapere che le emorragie si possono distinguere in: emorragia esterna, interna ed interna esteriorizzata. Si parla di emorragia esterna quando in seguito alla rottura di una vena, arteria o capillare, il sangue fuoriesce all’esterno del corpo direttamente perché vi è una lacerazione della cute, invece si parla di emorragia interna quando la rottura dei vasi o dei capillari provoca la fuoriuscita del sangue che si raccoglie all’interno del corpo, nelle cavità corporee che possono essere: il cranio, l’addome o il torace; spesso questo tipo di emorragia avviene a seguito di importanti traumi, ci sono sintomi che possono essere presenti in caso di emorragia interna e hai quali l’O.S.S deve porre particolare attenzione e sono: segni di shock, presenza di ematomi o contusioni e lo stato di ipotensione; esiste poi un tipo di emorragia considerata interna esteriorizzata ed avviene quando il sangue fuoriesce dai vasi sanguigni e si raccoglie all’interno di tutti quegli organi che comunicano con l’esterno del corpo e che sono rappresentati generalmente da: il retto, il naso, la bocca e l’orecchio.
Un’emorragia comune è considerata la fuoriuscita di sangue dal naso detta epistassi, dall’orecchio detta otorragia, dalla bocca e che interessa l’apparato digerente detta ematemesi, dalla bocca con il coinvolgimento delle vie aeree detta emottisi, dall’ano detta rettorragia quando interessa la parte terminale dell’intestino, oppure dall’ano detta melena quando è interessata la parte alta dell’intestino.
Inoltre, si parla di emorragia che interessa l’apparato urinario chiamata ematuria o l’apparato riproduttivo femminile chiamata menorragia. La gravità di un’emorragia dipende dalla zona in cui avviene e dal quantitativo di sangue fuoriuscito dal circolo e perciò l’ Operatore socio sanitario nel momento in cui si trova di fronte a una persona con un’emorragia deve essere in grado di valutare celermente la gravità valutandone i sintomi. Come agisce l’Operatore socio sanitario in tutte le circostanze in cui si presenta un paziente con emorragia? Per prima cosa è obbligato ad indossare dispositivi di sicurezza, i dpi, per la protezione dai liquidi corporei dell’assistito e per ridurre la contaminazione dei microrganismi di cui l’operatore stesso potrebbe essere portatore, indossa quindi i guanti e se l’emorragia è di tipo zampillante deve indossare anche occhiali protettivi; poi l’ O.S.S osserva la ferita e si accerta che non siano presenti corpi estranei, nel caso fossero presenti non li rimuove e non comprime la ferita, invece nel caso in cui non siano presenti, tampona l’emorragia con una pressione diretta nel punto della rottura del vaso con una garza sterile o un tessuto pulito, per ridurre il rischio infettivo e, se la ferita interessa l’arto, lo solleva per ridurre la fuoriuscita di sangue e poi fa sdraiare il paziente evitando di fargli sollevare la testa.
L’operatore poi chiama tempestivamente i servizi di emergenza, soprattutto nei casi in cui le emorragie sono estese o profonde e riguardano il collo, il torace, l’addome, il viso e gli orifizi naturali del corpo, oppure sono dovute a ferite da taglio o da arma da fuoco e la fuoriuscita del sangue è copiosa. L’operatore poi deve sapere anche che cosa non bisogna fare in caso di emorragia: non bisogna dare da bere o da mangiare all’infortunato, non bisogna fargli assumere alcol e, nel caso di epistassi non far reclinare la testa all’indietro per evitare che il sangue defluisca nello stomaco e provochi il vomito, non entrare in contatto con la ferita a mani nude e inoltre l’ O.S.S deve sempre tenere in considerazione che alcuni farmaci modificano la consistenza del sangue rendendolo più fluido e rallentando quindi il processo di coagulazione.
Inoltre l’ O.S.S resterà sempre accanto all’assistito e si accerterà della sua condizione psico-fisica, del suo stato di comfort e del microclima, per cui si occuperà di mantenere il calore corporeo coprendo il paziente nel caso in cui le condizioni ambientali lo richiedano; l’operatore cercherà di tranquillizzare l’assistito ponendosi in modo empatico e rassicurante fino all’arrivo dei soccorsi, ai quali descriverà le circostanze nelle quali è avvenuta l’emorragia, le manovre di primo soccorso effettuate, la condizione psico-fisica dell’assistito e qualunque manifestazione cutanea o cognitiva osservata durante l’assistenza.